PALAZZO ARESE JACINI

Palazzo
Arese Jacini

La villa sorge nel centro storico di Cesano Maderno, e l'edificio, appartenente un tempo alla famiglia Arese, si innalza ben più modesto del vicino Palazzo Arese Borromeo, tanto che il suo inserimento nel contesto urbano appare come un' armoniosa integrazione con gli spazi antistanti e la risistemazione della piazza seicentesca. L'edificio, inizialmente sorto a pianta a L, si compone oggi della caratteristica conformazione planimetrica a corte interna, ove la successione degli spazi non segue il tipico sviluppo delle ville coeve della zona, con il palazzo a far da cerniera fra la corte nobile e il giardino, bensì questi ultimi seguono accostati l'uno all'altro rivolti entrambi sullo stesso fronte del parco. La facciata interna è quindi la stessa che guarda il parco, mentre quella esterna volge sulla piazza seicentesca. Il fronte che guarda la piazza è caratterizzato da due corpi sporgenti a sezione ottagonale, che conferiscono all'edificio il ricordo di un'architettura castellana, forse in qualche modo legati alla torre medioevale su cui sorse il vicino Palazzo Arese Borromeo. L'edificio si sviluppa su due piani, piano terra e piano nobile, con il corpo centrale dell'ala principale caratterizzato da un sopralzo mediano ad ospitare il grande salone a doppia altezza. E' su questo stesso fronte che si può ammirare il balconcino settecentesco in ferro battuto. Il perimetro interno dell'edificio è percorso da una fila di portici presenti solo nell'ala più antica, costituiti da colonne sull'ala sud , mentre quelle del portico occidentale furono sostituite con pilastri in bugnato, e sui quali si può ancora leggere la data incisa, 1716, in corrispondenza della base di uno di essi. La corte interna, un tempo tenuta a giardino, ha oggi pavimentazione in ghiaia. Il parco, modificato nel corso del XVIII secolo nelle tipiche forme paesistiche dei "giardini all'inglese", di cui conserva solo alcune rare tracce, è oggi uno spazio pubblico e ospita un'area giochi per bambini.


Cenni storici

La costruzione della villa ebbe inizio nel 1618, per volontà di Marco Maria Arese e venne concluso nelle sue parti fondamentali in pochi anni. L'edifico venne inizialmente realizzato con una conformazione planimetrica a "L", con la parte interna porticata. L'ala settentrionale venne costruita successivamente, come mostra la differente tipologia costruttiva e l'allineamento in pianta non parallelo a quello dell'ala simmetrica posta a meridione. Si ha notizia della vendita avvenuta nel 1657 di una "casa da nobile" a Benedetto Arese, figlio di Marco Maria. Benedetto acquistò il bene dal cugino Giulio Arese, proprietario del ben più noto e importante palazzo Arese poi Borromeo. L'atto di vendita, stipulato per aggirare l'ostacolo del provvedimento testamentario, accontentò entrambi i rami della famiglia, dato che oltre al denaro versato da Benedetto, vi era anche la cessione di altre case, forse utili all'ampliamento del più imponente palazzo Arese. Borromeo.

L’edificio nel Settecento

Intorno ai primi anni del settecento, il corpo centrale fu sopraelevato per dare spazio al grande salone e le colonne del portico occidentale furono sostituite nel 1716 con pilastri in bugnato, oggi ancora presenti. La mappa catastale del 1721 mostra che la corte era chiusa sui restanti lati da un altro edificio, che si univa alla parte absidale dell'oratorio, proseguendo sul suo lato orientale. In epoca neoclassica venne costruito il nuovo fabbricato accostato all'ala dei portici meridionali, con una tipologia completamente estranea alla villa, pur condividendo l'antico scalone e l'ingresso dalla corte.

L’annesso Oratorio della Beata Vergine del Transito

Costituisce parte integrante di Palazzo Arese Jacini l'Oratorio della Beata Vergine del Transito, la cui costruzione ebbe inizio nel 1642 su progetto dell'architetto milanese Carlo Buzzi. La sua origine affonda nei percorsi seicenteschi della storia della casata dei nobili Arese. Fu infatti Benedetto Arese, secondogenito di Bartolomeo II, a disporre nel 1596 il lascito testamentario di 3.000 lire imperiali e il compendio di alcuni terreni alla Confraternita del Santissimo Sacramento affinché fosse eretto un oratorio che, nelle intenzioni originarie, servisse da chiesa “parochiale". Aperto alla platea alberata attraverso la mediazione di un portico a serliana, l’Oratorio della Beata Vergine del Transito ospita al suo interno una pregevole ancona lignea entro la quale ospita la pala del Transito della Vergine dipinta nel 1642 dal milanese Gerolamo Chignoli. All'interno del più ampio progetto di recupero all'uso pubblico dell'intero bene, ai primi anni Ottanta fu avviato il restauro del sacro edificio, di concerto con la Soprintendenza e con fondi stanziati dal Ministero dei Beni Culturali. La "geseta dal Pasqué", com'è anche identificata localmente, ha così ritrovato nuova vitalità, perpetuando nel tempo la sua presenza all’interno della comunità cesanese.







Piazza Arese, 12, 20811 Cesano Maderno MB

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